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La storia di Einaudi

  • Immagine del redattore: Li majo libri
    Li majo libri
  • 25 mar 2018
  • Tempo di lettura: 3 min

La storia della casa editrice Einaudi inizia nel 1933 a Torino: viene fondata da un gruppo di amici, tutti allievi del liceo classico D'Azeglio, in classi diverse, ma con in comune lo stesso professore, Augusto Monti, che li aveva educati ai valori della cultura, della libertà e dell'impegno civile.

Intorno al più giovane di loro, Giulio Einaudi, si raccolgono Leone Ginzburg, Massimo Mila, Norberto Bobbio e Cesare Pavese.

L’ Einaudi nasce, tuttavia, come una casa editrice basata su un intreccio politico-culturale inscindibile. Fin dall’inizio è soprattutto devota IMPEGNATA alla saggistica (le prime collane, tuttora esistenti, sono la «Biblioteca di cultura storica» e i «Saggi»). Nel gruppo dei fondatori Giulio Einaudi era l'anima imprenditoriale, mentre si può dire che Leone Ginzburg fu, di fatto, il primo direttore editoriale della casa editrice. Dopo essere stato scoperto a stampare clandestinamente il giornale di Giustizia e libertà, Ginzburg viene torturato e ucciso dai nazisti a Roma nel 1944.

L'Einaudi continua la sua attività e si fa in tre: alla redazione romana c'è Pavese, in quella milanese Vittorini, alla sede di Torino Mila.

Ma chi prende di fatto la funzione di guida dell'Einaudi è Pavese. Con lui la casa editrice diversifica la sua produzione saggistica (aprendosi all'antropologia e alla psicanalisi) e comincia a essere un punto di riferimento anche per la narrativa italiana e straniera e per i classici, con le collane dei Coralli, dei “Supercoralli” “Millenni”. Dopo la morte di Cesare Pavese nel 1950 la casa editrice, coordinata da Luciano Foà, assume il compito, soprattutto con Vittorini, di rinnovare la narrativa italiana promuovendo nuovi autori.

Vittorini e Calvino, attraverso le collane di narrativa e la rivista «Il menabò», guidano la ricerca letteraria nei percorsi di una progressiva sperimentazione, attentissimi a quanto accade di più innovativo in Europa e in America. Giulio Bollati coordina l'insieme delle proposte saggistiche e le collane di classici, proponendo una rilettura profonda e inquieta della modernità.

Gli anni Settanta sono il momento in cui l'Einaudi fa il massimo sforzo per ampliare il proprio pubblico e ottiene enormi risultati di diffusione.

Nella saggistica l'esempio più eclatante è l'impresa della Storia d'Italia in sei volumi.

In questi anni nascono «Gli struzzi», una collana semi-economica, e le «Centopagine» di Calvino che disegnano il profilo dei classici della modernità.

Nasce anche l'Enciclopedia in 15 volumi, concepito in modo radicalmente innovativo, che si avvale dell'apporto dei più importanti studiosi di tutto il mondo.

Gli anni Ottanta sono anni difficili per la casa editrice, che passa attraverso una grave crisi finanziaria ma, nonostante tutto, riesce a pubblicare autori nuovi, a impostare nuove collane come «Microstorie» e «Scrittori tradotti da scrittori», ideata e seguita personalmente da Giulio Einaudi.

Con gli anni Novanta c'è un parziale ricambio generazionale e un visibile miglioramento, sotto tutti i fronti, in particolare quella della narrativa straniera, con il lancio o il rilancio di autori esteri.

Sempre negli anni novanta si apre un nuovo fronte, quello dei tascabili, che l'Einaudi, a parte un esperimento negli anni Cinquanta poi rifuso in altre collane, non aveva sostanzialmente mai avuto e che rapidamente diventano una parte importante della casa editrice fino ad assumere nel 2005, sotto il marchio «ET», una fisionomia diversificata per genere e formato.

Nel 1996 nasce «Stile libero», collana di tendenza, rivolta principalmente a un pubblico giovanile ma non solo, che ha da subito presentato le novità più interessanti della letteratura e della cultura ‘pop’. Nel corso degli anni Duemila, sempre attento alla ricerca e agli esordi letterari, Stile libero diventa un vero e proprio sistema editoriale, articolato in collane che spaziano dalla narrativa alla saggistica. Con la morte di Einaudi nel 1999 finisce una stagione della casa editrice.

Collane di narrativa come «L'Arcipelago Einaudi», di saggistica come le «Vele», «Einaudi storia» o i nuovi «Struzzi», o grandi opere come La storia del cinema o Il romanzo proseguono e innovano un lavoro di anni.

«È a questo principio della “religione della libertà” che ancor oggi la casa editrice si richiama, ben sapendo che i vari libri che essa pubblica sono al servizio di un sapere unitario e molteplice, ben sapendo che ogni libro si integra agli altri suoi libri, ben sapendo che senza questa integrazione, questa compenetrazione dialettica si rompe un filo invisibile che lega ogni libro all'altro, si interrompe un circuito, anch'esso invisibile, che solo dà significato a una casa editrice di cultura, il circuito della libertà». G.Einaudi.



 
 
 

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