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Un uomo in 9 racconti

  • Immagine del redattore: Li majo libri
    Li majo libri
  • 22 apr 2018
  • Tempo di lettura: 2 min

Da nove anni "Libri come" porta a Roma i libri, i lettori, in una grande festa della lettura che per quattro giorni invade gli spazi e le sale dell'Auditorium .


Nella giornata del 17 Marzo, David Szalay incontra i suoi lettori all'interno della Sala Ospiti.


“Un uomo in 9 racconti” è il primo libro con il quale David Szalay debutta in Italia: un libro molto particolare, scritto nel tentativo di restituire il senso del tempo che passa.


La storia si fa strada attraverso 9 capitoli, ognuno dedicato ad un personaggio diverso. Le 9 storie sono progressive: si parte dall'infanzia e si arriva infine alla vecchiaia.


L'intenzione dell’autore nello scrivere questo libro è quella di esplorare tutte le diverse età dell’uomo. La cosa particolare del libro consiste nel fatto che i personaggi sono tutti maschi. La possibilità di creare un filo conduttore unico attraverso 9 capitoli sarebbe stato impossibile con l’utilizzo di personaggi di genere differenti. È come se tutti i 9 maschi vivessero la stessa vita.


L’autore mette al centro della narrazione maschi abbastanza mediocri, pigri, che subiscono il destino; uomini refrattari all'incontro con la donna. Un po’diverso dunque dall'idea attuale del maschio aggressivo. Il moderatore presente alla discussione mette in luce il fatto che si percepisce un senso di frustrazione da parte maschile, a causa degli stereotipi che hanno caratterizzato la storia. Gli esseri maschili del libro sono quindi inadeguati rispetto a ciò che viene loro richiesto dal mondo, dalla società; una parabola ascendente fino ad una certa età e poi tutta in discesa (in tutti gli aspetti della vita di un uomo: da quello professionale a quello affettivo).


La cosa interessante è che l’autore riesce a cogliere in maniera molto profonda i momenti in cui l’uomo si ritrae dalla sua mascolinità.


Non è la prima volta che certi temi vengono trattati, infatti nelle diverse opere della letteratura è possibile notare momenti del genere (dall'Odissea a Guerra e Pace) ma non ce ne siamo mai accorti; qui invece l’autore ce lo fa notare abbastanza bene.


Nei personaggi c’è la volontà di inseguire qualcosa ma anche la paura di essere inseguiti.


Una, invece, è la protagonista femminile che tiene insieme i capitoli del libro: l’Europa. Infatti tutti i protagonisti si spostano in Europa (il libro avrebbe dovuto intitolarsi Europa). Sin dall’inizio l’intenzione era quella di scrivere un libro che trattasse l’Europa contemporanea, anche perché molte delle esperienze fatte dall’autore sono legate ai movimenti che caratterizzano il continente (la famiglia è tutta divisa tra i diversi paesi); il fenomeno di massa è il trasferimento di molte persone all’estero. L'intento è quello di soffermarsi sulle vite individuali, perché ormai quando si parla di Europa, se ne parla solo in maniera totalmente politica (Brexit).


L’autore alla fine conclude dicendo che per sua fortuna ciò che ha scritto riguardo all'immigrazione è antecedente ai recenti avvenimenti storici e questo lo ha reso imparziale da coinvolgimenti politici che ne sarebbero potuti scaturire.


di Cristina Topino.

 
 
 

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