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  • Immagine del redattoreLi majo libri

Viaggio a Cracovia


Il giorno 18 febbraio la mia classe e altre due classi del liceo Ettore Majorana ha partecipato ad un viaggio con destinazione Cracovia, una città situata in Polonia.


Abbiamo preso l’aereo verso le tre di pomeriggio e siamo arrivati all’incirca due ore e mezza dopo all'aeroporto di Katowice, e abbiamo impiegato un’ora e mezza di pullman per arrivare in hotel. Il resto della serata l’abbiamo passata a cenare e a visitare un po' il centro storico di Cracovia.


Il secondo giorno, dopo esserci svegliati e aver mangiato una sostanziosa colazione, alle nove ci siamo trovati fuori dall'hotel con la guida Piotr che ci ha portato in giro per il centro di Cracovia e compreso il quartiere ebraico. Per quanto mi riguarda, ho trovato molto interessante l’accensione della torcia che la statua drago simbolo della città tiene nella sua zampa (la leggenda narra che fu sconfitto o da un principe o da un povero ragazzo).


Abbiamo visitato anche la cattedrale di Wawel o il castello di Wawel (quest’ultimo per noi era un punto di riferimento per ritornare in hotel considerato che erano molto vicini). Poi siamo andati nel quartiere polacco a vedere sia una sinagoga e il suo cimitero dove la guida ha raccontato una storia molto interessante su un rabbino e la sua sepoltura, sia la piazza dove sono state collocate delle sedie di ferro come commemorazione degli ebrei uccisi ad Auschwitz. Per finire ci siamo trovati davanti alla fabbrica di Oskar Schindler, l’imprenditore ricordato per aver salvato un gran numero di ebrei perseguitati con il pretesto di farli lavorare nella sua fabbrica. La giornata è stata molto faticoso non tanto per quello che abbiamo visto e ascoltato, ma perché abbiamo camminato davvero tanto. Il giro è finito intorno alle cinque e mezza e ognuno è andato o al centro o in hotel.


Il terzo giorno è stato intenso. Abbiamo visitato Auschwitz e Birkenau. Per quanto riguarda Auschwitz abbiamo visto la famosa scritta “Il lavoro rende liberi” collocato sul cancello d’ingresso e il museo all’interno dei diversi caseggiati dove sono custoditi i vari oggetti appartenuti ai deportati come: occhiali, protesi, valigie, e - quello che mi ha fatto arrivare il cuore in gola - capelli! Una sensazione indescrivibile.

Di Birkenau c’è poco da dire, una landa estesa di ghiaccio, costruzioni fatte esplodere insieme alle camere a gas. Ho sentito una grande desolazione e tristezza e, come ha detto la professoressa Vitiello, questo giorno per me è qualcosa che ancora ho bisogno di elaborare perché non è facile viverla. In serata ognuno ha fatto quello che voleva, cioè potevamo stare in hotel a riposare o potevamo uscire e divertirci. Io ho scelto di rimanere in stanza, non riuscivo ad uscire o stare con i miei amici.


Il quarto giorno è stato più leggero, con la visita alle miniere di sale. È stato molto interessante osservare le sculture e conoscere le storie su come i minatori o le persone comuni fin dal medioevo riuscivano a estrarre il sale. Poi siamo ritornati in hotel a mangiare e infine siamo rimasti in hotel perché molti di noi erano stanchi. Pochi giorni ma davvero stancanti. Non è mancato il tempo comunque di stare tutti insieme in una stanza a ridere e a divertirci.

Infine la mattina dopo la colazione, abbiamo preso il pullman dapprima accompagnando il 5Bl perché partivano in un altro aeroporto, mentre noi dopo un’oretta o poco più siamo arrivati in alla nostra base di partenza, abbiamo aspettato e intanto pranzato, finché non arrivato il momento di prendere l’aereo e arrivare a Roma nello stesso orario del nostro atterraggio a Cracovia. Ho partecipato a molti campi scuola, però questa è stata una delle poche volte in cui ho apprezzato i vari posti che abbiamo visitato, mentre per Auschwitz e Birkenau posso solo dire che è un’esperienza che si deve vivere ed e’ difficile a parole raccontare.


di Giorgia Bussoletti.

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